LA GAZZA E L'UNICORNO
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L'uso dei colori (seconda parte)

22/3/2017

 
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Continua da www.martadellabella.com/benessere-in-casa/luso-dei-colori-prima-parte
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Come scegliere i colori per le stanze della propria casa


Con quale criterio i colori si adattano a una stanza piuttosto che a un’altra?
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Considerato quanto detto nel post precedente, le prime facili deduzioni sono che i colori caldi come il giallo e l’arancione sono più indicati negli ambienti in cui trascorriamo la parte attiva della nostra giornata, mentre il rosso andrebbe usato con maggiore attenzione, magari in qualche componente dell’arredamento evitando preferibilmente di utilizzarlo per tinteggiare un muro, soprattutto nel caso di persone che tendono alla sovraeccitazione e all’iperattività. In cucina oppure in una sala in cui si consumano i pasti e in cui si passano la mattinata e il pomeriggio i colori caldi sono particolarmente indicati.

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Invece nelle stanze dedicate al riposo è più indicato utilizzare colori freddi (freschi), meglio ancora se le nostre scelte ricadono su colori secondari o terziari, che comprendono cioè nella loro composizione anche un colore caldo.


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I colori freddi puri invece sono consigliati per ambienti in cui abbiamo la necessità di freschezza o la sensazione di pulito. Quindi in generale sono colori adatti al bagno e alle stanze adibite a lavanderia. Inoltre sono i colori indicati per gli ambienti di case che si trovano in zone molto calde, come case al mare o in zone climatiche particolari. I colori freddi, soprattutto se chiari, in questo caso permettono di ridurre la sensazione di calore.
È anche molto importante valutare la saturazione dei colori, vale a dire quanta parte di bianco viene aggiunta alla tinta pura, schiarendola. Sono dell’opinione che un colore molto saturo, puro o con poco bianco, si presti per tinteggiare un solo muro al massimo, preferibilmente in locali ampi, mentre in locali piccoli potrebbe risultare eccessivo o oppressivo.

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I colori 
chiari, cioè composti dal colore puro mescolato ad una grossa quantità di bianco, hanno un aspetto morbido, delicato, contribuiscono a rendere la stanza più luminosa e tendono a dilatare lo spazio: sono quindi più indicati nei locali piccoli per dare una sensazione di maggior respiro.

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Di contro i colori scuri, che mescolano il colore puro al nero, tendono a ridurre lo spazio e conferiscono una nota di austerità all’ambiente. Sono usati per lo più in ambienti in cui si intende comunicare questo tipo di messaggio, come importanti studi professionali. Personalmente eviterei di utilizzarli in casa, poiché assorbendo la luce rendono l’ambiente cupo e possono abbassare il tono dell’umore di chi ci vive.
A proposito di illuminazione, nel post successivo di Benessere in Casa me ne occuperò più nello specifico.

Bianco e nero sono il paradigma di quanto detto per i colori chiari e i colori scuri: il bianco è luminoso e dilata gli spazi mentre il nero assorbe la luce e li rimpicciolisce, rendendoli cupi.

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Infine voglio considerare tutte quelle tinte che rientrano nel neutro: fanno parte della gamma “neutra” i colori che sono stati combinati in quantità uguali con i loro complementari, vale a dire neutralizzati. Trattandosi di colori complementari mescolati (rosso con verde, blu con arancio, viola con giallo), la gamma di tonalità avrà sempre due parti calde su tre, e quindi sarà da utilizzare secondo le stesse indicazioni relative ai colori caldi. Potranno essere resi più chiari o più scuri grazie all’aggiunta ulteriore di bianco o di nero.

Alla luce di tutte queste indicazioni, è importante ricordare che anche se nella propria casa sono stati commessi degli “errori”, e difficilmente si ha voglia o anche la possibilità di tinteggiare di nuovo o di modificare delle scelte fatte, si può sempre controbilanciare in molti modi.
I tessili, ad esempio, hanno un ruolo importantissimo: tovaglie, copriletti, tende, coperte o copricuscini potranno essere utilizzati per compensare le scelte cromatiche non perfette che potete aver fatto senza saperlo. Anche un tappeto può migliorare la situazione: di un bell’arancione in una stanza sui toni dell’azzurro attirerà l’attenzione e aiuterà a illuminare e a rendere allegro l’ambiente.
Se avete tinteggiato un muro di rosso in camera da letto, potremo ridurre la quantità di colore esposto con un grande quadro che magari abbia un soggetto rilassante (più avanti prenderò in esame anche le scelte dei quadri e di tutti gli elementi grafici).
Potete anche scegliere di contattarmi per avere qualche delucidazione in più o per sottopormi le scelte che non vi convincono; non sempre, infatti le scelte che fatte sull’onda dell’entusiasmo si rivelano poi le migliori per l’ambiente in cui vivere la propria quotidianità. Per fortuna si possono riconsiderare in ogni momento e apportare le modifiche necessarie anche in base alle nostre specifiche esigenze, tutte le volte che se ne sente la necessità.

L'uso dei colori (prima parte)

1/3/2017

 
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Ho scelto di dividere in due parti questo argomento: la prima parte incentrata sulla conoscenza e le caratteristiche dei colori, la seconda sui criteri di applicazione del colore nell'ambiente in cui viviamo.
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I colori sono da sempre i grandi protagonisti della natura, e poiché noi ne siamo parte, anche delle nostre vite. La loro connessione con le emozioni e con le funzionalità organiche umane è stata considerata fin dai tempi di Ippocrate e dalla Medicina Tradizionale Cinese: sono stati associati ai modelli di comportamento e di funzionamento organico (Ippocrate) e ai 5 “elementi” (chiamati movimenti) della Medicina Tradizionale Cinese, solo per fare due esempi.
Fu Newton (1672) a scoprire che un raggio di luce bianca fatto passare attraverso un prisma si scomponeva nei colori dello spettro, permettendo lo studio fisico dei colori e il loro comportamento.
Nel XIX secolo ci furono i primi studi sugli effetti psicologici e fisiologici che i colori potevano avere sull’essere umano, e per tutto il XX secolo furono molti gli studiosi che condussero studi ed esperimenti in relazione a questo argomento (Goethe, Luscher, Jung).
Il mio primo impatto con l’uso dei colori basato sulle loro valenze psicologiche e fisiologiche fu nello studio della storia dell’arte e nello studio della pubblicità e della comunicazione. Nel primo caso la scelta dei colori è l’espressione di ciò che si agita intimamente nello spirito dell’artista, ed essendo in grado di decodificare questa scelta è possibile comprenderne le emozioni; nel secondo caso la scelta cromatica è intenzionale, volta a muovere volontariamente delle specifiche emozioni e in molti casi anche per sollecitare determinate funzionalità fisiologiche.
Ad esempio se si presta attenzione, ci si rende conto del fatto che i packaging e spesso anche le pubblicità dedicate alle varie categorie di prodotti tendono ad avere colori simili a seconda del tipo di prodotto: giallo o arancione per i prodotti da forno, bianco e azzurro per i prodotti per l’igiene della casa, marrone per il cioccolato, eccetera.
Queste scelte non sono affatto casuali, sono condotte in maniera accurata per far sì che a livello istintuale il consumatore reagisca proprio grazie alle funzionalità fisiologiche o emotive sollecitate dal colore.
Lavorare con i colori in questi due ambiti mi ha permesso di considerare l’appicazione di questi criteri anche in altri ambiti come ad esempio la propria casa, evidenziando un impatto sul tono dell’umore e sulle diverse funzionalità dell’organismo, agevolandole.
 
Come distinguere e classificare i colori

I colori sono distinti in 3 primari, 3 secondari e 6 terziari:
- I colori primari non possono essere ottenuti dalla mescolanza di altri colori, e sono: Rosso, Giallo, Blu
- I colori secondari si ottengono dalla mescolanza di due colori primari: Arancione (Rosso + Giallo), Verde (Giallo + Blu), Viola (Blu + Rosso).
- I colori terziari si ottengono dalla mescolanza di un colore primario con un secondario, ottenendo colori che sono composti da 3 parti (es. Rosso + Viola = 2 parti di Rosso e 1 parte di blu).

È importante iniziare a fare una distinzione tra colori caldi e colori freddi: rosso, arancione e giallo sono da considerarsi colori caldi, verde, turchese, azzurro, blu, viola, sono da considerarsi freddi.
Nel caso dei colori terziari, la loro temperatura cambia a seconda del variare del numero delle parti di colore caldo e di colore freddo che li compongono. Ad esempio un verde composto da due parti di giallo e una di blu risulterà più caldo rispetto a un verde composto da due parti di blu e una di giallo.
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Possiamo associare i colori caldi al fuoco, al sole, alla lulce. Hanno effetti stimolanti sul corpo: il rosso ne aumenta la temperatura e l’attività, attira l’attenzione, è aggressivo; l’aggiunta del giallo stempera il rosso, ottenendo l’arancione, quest’ultimo insieme al giallo sono colori confortanti e invitanti, suscitano emozioni positive, ed esercitano un’azione stimolante sull’apparato digerente.

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I colori 
freddi sono invece associati al ghiaccio con tutte le sue sfumature, oppure alla notte. Tendono a rallentare il metabolismo, e i loro effetti possono variare da una sensazione di pulito e fresco ad una di distacco, freddezza e austerità (blu scuro). Se prendiamo in considerazione i colori freddi che hanno una parte di giallo o di rosso (verde o viola), essi sono percepiti anche come lenitivi, calmanti, meditativi, quieti. ​

Colori come bianco, nero e grigio sono considerati “non colori”, in quanto il bianco riflette la luce completamente e quindi tutti i colori dello spettro, mentre il nero assorbe la luce completamente. Il grigio, mescolanza dei due non-colori, è anch’esso un non-colore. Si può avere una variazione sulla gamma dei grigi aggiungendo del rosso, del blu oppure del giallo, ottenendo grigi caldi oppure grigi freddi.

Continua... Seconda Parte www.martadellabella.com/benessere-in-casa/luso-dei-colori-seconda-parte


L'importanza delle "informazioni"                                   (e quando sono troppe)

8/2/2017

 
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Quando entriamo in un nuovo ambiente, sia esso un’abitazione o un luogo di lavoro, abbiamo tutti una prima impressione che di solito chiamiamo “a pelle”. Il nostro istinto ci comunica subito una sensazione di benessere o di disagio, e la nostra mente spesso non sa identificare quali siano i motivi reali di questa sensazione. Nel corso di questi anni ho verificato che il motivo per cui la mente non sa identificare meglio queste sensazioni è molto semplice: non l’abbiamo educata a farlo.

Più volte lavorando con le persone che si rivolgono a me, mi sono resa conto di come sia sufficiente accompagnarle brevemente nell’osservazione per svelare un sistema di valutazione fino ad allora sconosciuto, del quale si appropriano immediatamente continuando ad affinarlo autonomamente attraverso l’attenzione e l’osservazione.

​Ignorare il rumore non significa non percepirlo

Quando mi occupavo di comunicazione una cosa che mi colpì fu apprendere che le persone (in quel caso i consumatori) pur non prestando più attenzione alla miriade di pubblicità e comunicazioni che le bombardano, subiscono e registrano a livello inconscio ciò che percepiscono. Volendo fare un paragone è come quando si abita in un luogo rumoroso e il cervello registra e nasconde i suoni abituali ignorandoli, ma quei suoni continuano ad esserci e anche se non ci facciamo più caso, li sentiamo.
Questo fu l’inizio della mia presa di coscienza di quanto rumore derivi dal caos, dove “rumore” ha moltissime declinazioni: rumore sonoro, rumore visivo, rumore vibrazionale.
Ho impiegato anni tra studi e incontri per capire quanto questo discorso fosse applicabile a tutto ciò che è intorno a noi, inclusa la nostra casa.

Che si voglia parlare di “rumore” o di “vibrazione”, ciò che emerge è che tutto ciò che ci circonda non è isolato rispetto a noi solo perché distante nello spazio, soprattutto se questo spazio è identificato con quello della nostra casa, oppure di una specifica stanza.
Ogni oggetto, ogni scritta, ogni immagine, porta con sé un carico di informazioni che  gli appartengono per definizione oltre alle informazioni che gli attribuiamo noi: ad esempio un oggetto può essere il ricordo di una persona cara, di un’esperienza vissuta, un regalo, il simbolo di qualcosa che eravamo e ora non siamo più. Supponiamo di passare in rassegna tutti gli oggetti che ci sono nella nostra casa, la totalità delle informazioni sarebbe molto impegnativa.

Prima di passare allo specifico della qualità delle informazioni (nei post successivi), vorrei che si riflettesse proprio sulla loro quantità e sul rumore che ne deriva, sul caos nel quale ci costringiamo inconsapevolmente a vivere nel nostro quotidiano.
Viviamo in un’epoca in cui accumulare è facile, soprattutto grazie ai bisogni indotti e a uno shopping compulsivo su vari livelli. Questo crea confusione non solo nelle nostre case, ma anche nelle nostre menti, in un circolo vizioso in cui “confusione” è proprio la parola chiave.

Il riordino

Si rende quindi necessario il primo passo per intervenire in modo positivo sul nostro benessere in casa: il riordino, la pulizia in senso lato dello spazio in cui viviamo.
A nessuno piace riordinare, cernire o scegliere cosa buttare, è un lavoro faticoso e lo è soprattutto perché ci dobbiamo costringere ad affrontare direttamente tutte le informazioni che ogni oggetto porta con sé. Dobbiamo letteralmente immergerci nella confusione che solitamente ignoriamo, pur avendola intorno tutti i giorni: dobbiamo, in sostanza, prendere coscienza del fatto che quel rumore, quella confusione, quelle informazioni sono effettivamente lì, e proprio lì abbiamo sempre scelto di lasciarle.  
Scegliendo invece di affrontare questa confusione ci permettiamo di liberarci di tutti gli oggetti ormai inutili ed obsoleti che occupano e intasano il nostro spazio, e le informazioni ad essi connesse. Riordinare e decongestionare lo spazio intorno a noi non ha solo un effetto positivo sull’ambiente in cui viviamo, ma ha anche un effetto decongestionante sulla nostra mente che finalmente affronta e gestisce (e in molti casi elimina) ciò che l’ha disturbata fino a quel momento da un piano tanto secondario quanto costante ed insistente.
Inoltre se prendiamo in considerazione il fatto che tutti gli oggetti che ci circondano appartengono al passato (eventi, ricordi, esperienze), possiamo facilmente renderci conto di quanto in questo modo essi ci leghino al passato stesso, vincolandoci in modo impercettibile ma costante e insistente a ciò che abbiamo vissuto, ciò che è stato, ciò che noi stessi siamo stati.

Con questo non intendo dire che tutto ciò che possediamo va cestinato o dato in beneficenza, ma è opportuno imparare a stabilire cosa è importante e cosa non lo è. Sono abbastanza sicura del fatto che tutte le persone che non riescono ancora a dare la giusta importanza e il giusto valore agli oggetti che hanno in casa, non riescano a fare la stessa cosa anche con i molteplici aspetti della vita: in poche parole a stabilire le priorità.
Ritengo che questo passaggio sia fondamentale per occuparsi del benessere in casa propria e per beneficiare in molti aspetti della propria vita di questi cambiamenti, anche se inizialmente saranno timidi e piccoli.

"Benessere in casa" di cosa si tratta

1/2/2017

 
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In questi anni di lavoro mi sono resa conto di quanto sia importante non tralasciare mai nulla dell’ambiente in cui è immersa una persona nel momento in cui iniziamo a lavorare insieme al miglioramento dei suoi equilibri.
Di solito le prime cose su cui mi informo sono lo stile di vita e l’ambiente fisico in cui vive: casa sua.
Mi sono resa conto, soprattutto nei sopralluoghi, di quante leggerezze commettiamo in buona fede circondandoci di elementi che in realtà non influiscono positivamente sull’ambiente-casa, e ho potuto osservare quali ripercussioni possono avere a livello emotivo e fisico.
La nostra casa non è solo un’abitazione, è il nostro rifugio, la nostra tana, è il luogo confortevole in cui noi desideriamo tornare dopo giornate di lavoro stressanti, è il porto sicuro; è in definitiva il luogo più importante della nostra vita, e ha un’influenza enorme sul nostro umore e sul nostro benessere, indipendentemente da quanto tempo vi trascorriamo.
Dai primi consigli sulle scelte cromatiche, ho iniziato a mettere insieme moltissimi elementi che hanno un peso interessante sull’influenza complessiva che ha l’ambiente su di noi: non solo i colori dunque, ma anche le luci, le immagini, le scritte e i simboli che appendiamo ai muri; anche la quantità di cose di cui ci circondiamo ha un peso e un significato, viceversa tendiamo a non accorgerci di ciò che manca.
Oltre ad agire con criterio per controbilanciare ciò che in prima battuta non è stato scelto in modo corretto, si possono anche introdurre elementi che aiutano ad armonizzare l’ambiente in modo semplice e gradevole.
Preciso che non intendo occuparmi di Feng Shui, disciplina che ammiro ma di cui non sono esperta; il mio è un lavoro più semplice, può essere definito “propedeutico”, iniziale, e si basa su anni di analisi concentrate su studi ed esperienze dirette trovando supporto e conferma nei libri del dott. Masaru Emoto, di cui parlerò in modo più approfondito nei prossimi post. 
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Professionista disciplinato ai sensi della legge n° 4/2013, iscritto alla Federazione Italiana Naturopati Riza (FINR)

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